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Questo libro nasce circa 40 anni fa con un titolo diverso: Storia di un
filosofo molto stanco. Claudio Lanzi decise di pubblicarlo sotto uno
pseudonimo esotico (Oz Nahali) trattandosi apparentemente di un
libro di fiabe, poco in linea con la saggistica usata per la stragrande
maggioranza delle sue pubblicazioni.
In realtà è un libro autobiografico ed una sintesi simbolica, che tratta
di quegli incontri con “uomini straordinari” che contrassegnano
spesso la vita dei cercatori dell’Oltre e del Vero e degli “ingegneri
pentiti come Lanzi si è sempre definito. Tutte le storie hanno
infatti un forte fondamento esperienziale e sono state un pochino
romanzate “un po’ per celia e un po’ per non morir” direbbe
l’Autore. Ma sopratutto per il piacere ironico di giocare con le cose
serie e nascondere sotto il “racconto” i passi di un viaggio tra i miti
e i simboli molto impegnativo e che ha contrassegnato tutta la sua
vita. Usando la fiaba, Lanzi si è permesso di non dire ciò che in
genere non deve essere detto esplicitamente ma in tanti altri aspetti
ha addirittura esagerato… ma ne è consapevole e si è divertito un
sacco. Il libro nella versione precedente è stato ristampato più volte.
In quest’iultima, compaiono dei disegni dell’autore. Non perché Lanzi
si arroghi la palma dell’artista ma perché ha ritenuto che spesso un
tratto di matita sia più esplicito di una trattazione epistemologica
di due pagine. Inoltre sono stati aggiunti numerosi “episodi” che
contrassegnano esperienze che vanno dai 45 ai 55 anni di età e
che, silenziosamente, hanno dato luogo ai saggi che compaiono in
bibliografia. Oggi Claudio Lanzi è stupito di essere vecchio e di
poter ringraziare quelle donne e quegli uomini meravigliosi che gli
hanno consentito di giocare seriamente con l’anima.
Pag. 170